Sono seduta al tramonto sul terrazzino della mia casa di villeggiatura, dopo una rigenerante doccia fresca, e so che non avrei potuto scegliere posto e momento migliore per ricordare il meraviglioso viaggio che ho trascorso in California. Sono consapevole del fatto che questo articolo si stia facendo attendere parecchio, ma devo confessare di essermi sentita più e più volte Giovanni in “tre uomini e una gamba” alla “non ce la faccio, troppi ricordi!”, inoltre al mio rientro sono

stata riassorbita dalla vita cittadina e lavorativa, pertanto non posso che approfittare con gioia di questi due giorni di festa per perdermi nei meandri della mia mente e di ciò che è stato, ormai quasi un mese fa…

[…grazie a water instinct per lo zaino!]

Pertanto, via ai preamboli, come ho già spiegato, supportata o criticata, adoro viaggiare lontano, ma, siccome trovare compagnia per questo tipo di viaggi è sempre più difficile e io preferisco condividere la felicità, ho cominciato ad appoggiarmi a grandi progetti: dopo essere stata in Thailandia in aprile con Avventure nel Mondo (vedi articolo “Thailandia”), ho optato per una vacanza-studio in America, anche per aumentare e certificare il mio livello di inglese. A dire il vero ho deciso di trascorrere tre settimane in California circa un anno e mezzo fa e ho subito capito che l’unico modo per vivere il perfetto style International/American sarebbe stato soggiornare in campus. Unendo i miei sogni e le mie passioni ho potuto trascorrere le giornate in America tra città, amici, lezioni di inglese e surf… quindi, se anche voi fremete con le mie stesse idee, non posso che consigliarvi di affidarvi ad EF – Education First – il campus dove ho alloggiato io. Ha sedi in tutto il mondo, anche se in questo articolo vi parlerò prettamente di quella di San Diego e dintorni.

La mia vacanza non è stata un road-trip attraverso lo stato, ma l’articolo può essere consultato anche da chi ne sta progettando uno, e sono certa che potrà essere di grande aiuto per tutti, siccome sono riuscita a girarla (quasi) tutta. Il mio (quasi) mese è stato strutturato così: durante la settimana stavo in sede a San Diego, che ho avuto la possibilità di vivere a pieno e che consiglio a tutti per il suo ritmo rilassato e “friendly” (io ci vorrei addirittura vivere!); nel week end mi sono spostata una volta a San Francisco, imperdibile e magica, per quanto freddina climaticamente, la seconda a Las Vegas, “the sin city”, la città del delirio.
Avevo in progetto di fare una tappa un giorno anche a Los Angeles, ma, dopo aver passato una “notte da leoni” in Messico, a Tijuana, è passato in secondo piano. Ho comunque visto dal pullman i luoghi di maggior interesse come la Walk Of Fame e l’insegna di Hollywood.

La prima notte l’ho passata in aeroporto, siccome il mio aereo sarebbe partito la mattina presto da Roma, direzione Dallas, dove spero di non fare scalo mai più: aereo di coincidenza cancellato, qualche ora di ritardo, e poi, finalmente, si parte per San Diego. Tempo di sedermi e sto già dormendo. A un certo punto il panico: ci stiamo schiantando sui palazzi? Cosa succede? Perché non dicono nulla? Finalmente la voce del pilota: atterriamo, tutto nella norma. A San Diego l’aeroporto è proprio attaccato alla città, se i finestrini si potessero aprire, immagino che potremmo bussare a qualche finestra o toccare la punta dei grattacieli. Decisamente suggestivo. Una volta scesa mi accoglie il cliché: caldo, musica e palme, ed è subito vacanza, anche quando scorgo la città: un assembramento di grattacieli altissimi. Ma non sono diretta lì adesso. Carica dei miei bagagli mi dirigo con un taxi (penserò a Uber solo più tardi) verso il Campus, finalmente è vero, sono arrivata!

San Diego:  la vita al campus e in città…

Appena arrivata nell’imponente struttura di EF sono stata calorosamente accolta dagli splendidi ragazzi del front desk che, dopo avermi fatto il check-in e consegnato una borsetta di benvenuto piena di snack, mi hanno accompagnato fino alla mia stanza, al settimo piano. Ho iniziato a disfare le valigie quando è entrata la mia room-mate: “Hi, how was your flight? What’s your name?” “Hi, I’m Camilla, nice to meet you, what’s your name?” “Dalida… ma sei italiana?”. La migliore room-mate che potessi chiedere (Dalida, se mi stai leggendo, grazie ancora di tutto, mi manchi un sacco e verrò a trovarti presto in terra sarda). Tornando a noi, appena ho toccato il letto sono crollata e il giorno dopo, tra l’altro, mi aspettava la presentazione e il tour del campus alle 8,30, quindi sveglia presto! Per chi sia intenzionato a iscriversi ad EF voglio che sappiate che è strutturato davvero bene; io ho scelto la formula “General”: 4 ore di lezione al giorno, da insegnanti madre lingua, e due ore settimanali di “spin-classes” con materie a scelta (tra cui sport, surf, letteratura, arte…), un giorno siamo anche andati in gita di classe al tribunale!

…non posso che raccomandare questa modalità di viaggio stile vacanza-studio: è utile, lascia una buona parte di tempo libero, propone moltissime attività interessanti, ed è dotata di personale formidabile! Dunque, le mie giornate erano strutturate in 4 ore di lezione, mattina o pomeriggio, e il resto del tempo dedicato a vivere la città, ed è proprio su questa parte che mi soffermerò nel mio articolo!

La prima settimana ho passato praticamente ogni secondo con Tamara, una ragazza tedesca che mi ha chiesto di tradurre in inglese i miei articoli (e sto meditando di farlo…). Oltre a passare con lei ogni pranzo, cena, e sessione in palestra, abbiamo avuto modo, appena libere, di prendere Uber e farci lasciare a zonzo in città.

Ho insistito perché la nostra prima tappa fosse la famosa statua del “bacio” dell’artista J. Seward Johnson, opera che ho sempre amato e apprezzato in foto. È stata realizzata per commemorare una famosa fotografia scattata alla fine della seconda guerra mondiale, dove un marinaio bacia un’infermiera a Times Square, il 14 agosto 1945 nel giorno della vittoria. Si tratta di una statua enorme, alta circa otto metri, ed è veramente suggestiva! Probabilmente dovrete fare la coda per scattarvi una foto, ma non potete assolutamente esimervi, è diventata il simbolo di San Diego. Il resto della mattinata lo abbiamo passato girando per Down-Town, nel “Gaslamp Quarter” il cuore storico di San Diego, e lasciandoci rapire dai contrasti di case quasi barocche accanto a imponenti grattacieli moderni… non perdetevelo!!

BELMONT PARK & DOWNTOWN

Siamo in California, non possiamo assolutamente lasciarci scappare un tardo pomeriggio in uno dei loro caratteristici luna-park. Ne ho visti tanti anche in Italia, ma nessuno ha quello strano profumo, tutto americano. Con Tamara abbiamo passato una delle nostre serate proprio a Belmont Park, tra montagne russe e cibo messicano, assolutamente da provare!

Un altro splendido modo di passare le calde serate a San Diego è darsi alla bella vita a Down-Town, il centro della città, lungo una via lunghissima fatta solo di locali e nightclub, molto “in”, molto “America”, imperdibile! La prima sera ci siamo mossi tra locali in cui sedere con un drink e locali con la musica. La mia seconda esperienza a Down-Town è stata con Vanille, una meravigliosa ragazza francese, e Adam, il classico “Thor” svizzero, i quali mi hanno portato al Mc Fadden’s: un locale la cui attività è molto intensa il giovedì sera grazie all’evento “un dollaro una birra” e detto ciò, preferirei soprassedere… Non dico di andarci tutte le sere cari lettori, ma almeno una volta nella vita, provate quella folle strada!

PACIFIC BEACH – MISSION BEACH…

Ammetto che in qualche pigro pomeriggio mi sono abbandonata alla quiete della piscina del campus, insieme a studentesse sguazzanti e ragazzi sdraiati a prendere il sole; ma se siamo venuti in California c’è una cosa che proprio non possiamo non provare: ha quattro lettere, io ne vado matta, tanto da farlo persino in Italia (anche se non ha lo stesso gusto)… sì, sto parlando del SURF!

Non ho mai passato una sola giornata in spiaggia alla “bagnetto e lucertola”, nemmeno una! Almeno un giorno sì e uno no però mi sono mossa tra Pacific e Mission Beach, tra i pontili e la sabbia fine: io ero quella in acqua, sulla tavola! C’è pieno di scuole di surf, con istruttori davvero preparati e simpatici: ricordo con affetto Brett e Austin, con quest’ultimo abbiamo persino cavalcato in due la stessa tavola, pazzesco! Inoltre, in un campus come quello di EF, è molto facile trovare gruppi di ragazzi con cui andare a surfare, e Tristan, Adam, Bruno e tutti gli altri, durante le nostre uscite, mi hanno donato momenti indimenticabili che porterò sempre con me. Vorrei solo che potessero leggere e tradurre…grazie ragazzi!

SAN DIEGO ZOO

In linea di massima devo ammettere di non essere molto d’accordo con l’idea di far vivere degli animali in gabbia: preferirei poterli osservare di nascosto nel loro habitat, o con un bel safari. Lo zoo di San Diego comunque è conosciuto in tutto il mondo, e ho così deciso di non volermelo perdere. Posso dire che gli animali sono tenuti davvero bene: puliti, accuditi. Anche le loro gabbie sono ben curate.
Posso pertanto dire che l’esperienza è stata davvero positiva, ho visto animali da tutto il mondo e ho passato uno splendido pomeriggio vagando nell’immenso parco. E poi, proprio quest’anno che le foto con i gonfiabili a forma di fenicottero vanno così di moda, posso finalmente dire di avere una foto con i fenicotteri ancora più bella, a voi ogni giudizio!

CABRILLO MONUMENT – LA JOLLA…

Tra giornate spese a Down-Town e in acqua su una tavola da surf, il tempo è volato via inesorabile, e io mi sono ritrovata presto agli sgoccioli delle tre settimane, intenta a salutare tutti i miei nuovi amici.
L’ultimo giorno nella mia testa era dedicato a Los Angeles, ma siccome ho perso il pullman (questa è un’altra storia però…) ho dedicato il tempo restante per visitare ciò che mancava, per quanto imperdibile; armata di Uber e macchina fotografica, mi sono lanciata in un folle giro della città. Prima tappa a Point Loma, parte molto “ricca” di San Diego, in direzione del monumento dedicato a “Cabrillo”: una statua tutta bianca in cima alla scogliera, vicina ad un caratteristico faro che illumina l’oceano. Se avete tempo vi consiglio di perdervi in questo bellissimo luogo, io purtroppo ero in ritardo, quindi toccata, scatto, e fuga!

La seconda tappa del mio tour è stata a La Jolla (pronuncia americana tipo “la hola”, io non capivo mai di che cosa parlassero): spiaggia e scogliera abitati da leoni marini. È uno spettacolo davvero esaltante: gli animali, infatti, ormai abituati ai turisti che camminano e nuotano accanto a loro, si lasciano avvicinare e fotografare amabilmente (ovviamente tutti tranne quello scelto da me). La foto che preferisco, tra tutte, è proprio questa, l’istante esatto in cui la graziosa leonessa ha deciso di attaccarmi con un urlo di guerra, e io, ovviamente, me la sono data a gambe!

Tornata al campus ho consumato la mia ultima cena, e poi, inaspettatamente, ho conosciuto quelli che sarebbero stati i perfetti compagni della mia avventura, se solo non fossi dovuta rientrare in patria e loro non fossero appena arrivati! Ci tengo comunque a mandare un bacio a Giorgio e Francesco…

San Francisco: week end tra nebbia e classe…

Una cosa meravigliosa di EF, oltre a tutte quelle già elencate, è il fatto che organizzi, nei week end, dei soggiorni (tutto compreso) nelle grandi città nei dintorni; è con loro che ho deciso di visitare la notissima San Francisco. La cosa ancora più bella è il fatto di incontrare persone sconosciute dai vari campus di EF, e ci tengo proprio in questo caso a ringraziare e salutare Ekaterina, meravigliosa ragazza russa, amante dell’Italia, che porto nel cuore… grazie per quegli splendidi giorni!

L’unica cosa che modificherei di quei giorni è il lungo tragitto in pullman di 10 ore per raggiungere una delle città più famose del mondo…la sera, dopo aver lasciato gli zaini in camera, ci siamo mossi in gruppo per un breve tour della zona vicina all’albergo. Non posso che ricordare la piazza piena di cuori in questa città prostrata alla libertà e all’amore… non ho potuto esimermi dall’ammirare i caratteristici tram che si muovono su e giù districandosi tra le intrecciate colline della città, fatta principalmente di sali-scendi…

EF pensa a tutto, e, se hai più di 21 anni, anche allo svago serale: tutti a ballare allora! Non esageriamo però, ci aspetta un tour della città il giorno successivo…

Il secondo giorno, infatti, sveglia presto. Tutti carichi per vedere la città nel pieno del suo splendore (il tempo ci regala anche un po’ di sole). Iniziamo con qualche monumento, compresa la statua di Lincoln. Più tardi un giro nel quartiere hippie, un salto nel quartiere omosessuale, e una “verticale” in cima alla città, con vista a 360°…

Finalmente, dopo pranzo, il momento che tutti stavamo aspettando: The Golden Bridge! Mezz’ora di foto e selfie, cercando di immortalare lo splendido ponte, che, per via di due correnti d’aria differenti che si incontrano, viene a tratti celato dalla nebbia che a fasi alterne si innalza a coprirlo…

Se siete in città per un po’ non dimenticate il “Pier 39”, lungo la passeggiata potrete osservare i leoni marini riposarsi sulle zattere, e, in lontananza, la famosissima Alcatraz…

Dopo esservi allontanati dal mare non perdetevi Lombard Street: non è lontana, ed è definita, addirittura, la strada più famosa d’America, oltre che la più tortuosa, la più pendente, la più fotografata, e, oserei aggiungere, la più particolare!

L’indomani, dopo una breve tappa a Treasure Island, siamo tornati a “casa”, a San Diego…

Las Vegas: “the sin city”…quel che ricordo!

La famosa “città del peccato”: caldo infernale, alberghi spettacolari e insegne luminose!
La prima cosa che dovrete fare appena arrivati in città sarà la foto di rito con l’insegna…

Potrete poi perdervi ad ammirare gli esterni degli alberghi a tema più famosi del mondo; girare al caldo non è una grande idea, perciò il mio consiglio è quello di scegliere l’albergo giusto e iniziare a sentire i brividi sulla vostra pelle, come se foste entrati in un film! Ma vediamo brevemente come si sono svolte le mie giornate. Brevemente, ripeto, anche perché questo sarà tutto ciò che saprete del mio viaggio a Las Vegas; dopotutto, WHAT HAPPENS IN VEGAS STAYS IN VEGAS!
Vi basterà sapere che appena arrivati, la prima sera, dopo essermi persa un miliardo di volte all’interno dell’immenso hotel Luxor, (dalla forma piramidale, con il suo sterminato casinò e gli immensi e innumerevoli negozi) siamo stati portati in un meraviglioso club, chiamato “Intrigue”, e già il nome è tutto un programma… se poi aggiungiamo le luci, la piscina con cascate e fontane che terminano in lingue di fuoco, lo spettacolo è assicurato e non c’è sicuramente altro da aggiungere!

Vi consiglio un cocktail, dal nome “Adios Motherfucker”, ma in ogni caso non racconterò nulla di quella folle nottata, se non della splendida amicizia instauratasi tra una italiana, una turca, una cinese e un arabo; no, non è l’inizio di una barzelletta!

Il giorno dopo alle 6 del mattino mi aspettava il pullman per la gita (con viaggio di 6ore) per il Grand Canyon. Non so tutt’ora dire se la sveglia non sia suonata, se io non l’abbia sentita, se siano stati i postumi della nottata o se il destino ci abbia messo una mano, ma io al Gran Canyon quel giorno non ci sono stata, motivo in più per tornare in California! Tuttavia, se soggiornerete per un po’ a Las Vegas, mi raccomando andateci. Le mie amiche erano entusiaste! Io, invece, quel giorno mi sono comodamente svegliata alle 9, e, dopo aver speso 150$ di bikini (mi raccomando tenetene sempre uno in valigia, non si sa mai, io li avevo lasciati tutti a San Diego) ero finalmente pronta per un surrealissimo e meraviglioso party in piscina! Anche di questo, comunque, dirò poco e niente, un pool party a Las Vegas, potete immaginarlo? Pensate al film più assurdo che abbiate mai visto!

Nel tardo pomeriggio, dopo l’evento, ho avuto modo di riposarmi giusto un pochino, cenare, e vestirmi infine per l’impegno successivo… di nuovo al club, la festa proseguiva anche by night! Nessuno di noi aveva capito che fosse proprio dentro la piscina, pertanto, in abiti eleganti e sprovvisti di costume, siamo rimasti giusto il tempo di un drink, e, alla fine, quella notte non mi sono nemmeno sposata! Non parlerò dei vari pretendenti, dei quali ho un ricordo indelebile impresso nella mente… non parlerò di Ken e della mia presentazione “piacere Barbie” ma magari ve ne parlerò in privato, se siete curiosi…
Comunque, tornando alla serata, sprovvisti di costume, io e qualche amico abbiamo deciso di tornare all’hotel (donne, scusate il sessismo, ma cercate di muovervi sempre in gruppo con uomini, pare che sia veramente una città pericolosa). Non amo il gioco d’azzardo e, anzi, ritengo che andrebbe bandito, e non vorrei nemmeno essere ripetitiva ma, ehi, Las Vegas amici! E così, seduta al tavolo da Blackjack con Mark, abbiamo iniziato a puntare le fish, o meglio, lui puntava, io me la sono cavata con stupidi consigli superflui, però posso dire di aver provato il brivido del gioco, ma ehi, è d’obbligo a Las Vegas…

Voglio che sappiate, amici viaggiatori, che tutto l’articolo è stato scritto al ritorno dalla California, una volta presa posizione sul comodo divano di casa mia, pc in grembo, lacrime di memoria, ma non questo pezzo! Certo, qualcosa è stato rivisto, ma la parte su Las Vegas ho voluto imprimerla immediatamente, così com’era, tra le note del mio cellulare, sul pullman di ritorno verso San Diego… non so se fosse presto, ma Vegas è speciale e se lo è meritato! È il paese dei balocchi, si può incontrare anche Pinocchio e Lucifero, nella “città del peccato” come viene chiamata, ma con il giusto “sale in zucca” può essere vissuta nel pieno delle sue possibilità. Grazie Las Vegas, passerò ora al prossimo capitolo, portandoti sempre nel cuore…

Messico – Tijuana: altro che “una notte da leoni”…

Ultimo venerdì sera, oltre trecento studenti in partenza verso tutto il mondo, come si può festeggiare se non con qualcosa di folle? E allora non c’è niente di meglio di una notte in Messico, nella famosissima Tijuana (forse la ricorderete per O.C.) nella discoteca più grande che io abbia mai visto al mondo. Non potevo non accennare a quella nottata in questo articolo, per i ricordi meravigliosi che ho e siccome ho il visto tatuato sul passaporto, ma credo che il Messico si meriterà presto un articolo tutto per sé! Vedrai Messico, e grazie di tutto per ora…

Los Angeles: What if…

E se fossi riuscita ad andare? Probabilmente se non avessi perso il pullman per Los Angeles, il giorno dopo la nottata in Messico, avrei visto le stesse attrazioni che comunque sono riuscita a vedere passando di ritorno da San Francisco: la Walk Of Fame, la famosa strada con le impronte dei personaggi famosi, e l’imponente insegna di Hollywood, con una gita agli Universal Studios! Se vi resta un po’ di tempo vi consiglio una passeggiata a Rodeo Drive e di godervi una bibita fresca sul molo di Santa Monica! Non perdetevi assolutamente la città degli angeli, io sicuramente tornerò in California per visitarla a fondo…

Parchi Naturali: non perdeteveli!

Purtroppo io non ho avuto abbastanza tempo per i parchi, ma me ne ero informata speranzosa, e, quindi, nell’attesa di visitarli, passo a voi le informazioni…

YOSEMITE NATIONAL PARK

È situato al centro della Sierra Nevada ed è uno tra gli spettacoli geologici più suggestivi. Vi sono un sacco di cose da osservare, tra cui enormi conformazioni granitiche, maestose cascate, boschi di grandi sequoie e bellissimi laghi. Potrete fare trekking e tanta attività fisica, d’altra parte, è spesso paragonato alle nostre Dolomiti!

SEQUOIA NATIONAL PARK

Si estende a sud dello Yosemite e confina con il Kings Canyon National Park. La principale attrazione è intuibile dal nome del parco, le gigantesche sequoie che crescono sul versante occidentale della Sierra Nevada. Il parco tuttavia ha un paesaggio piuttosto vario, alternando boschi e prati a zone brulle e vette montuose.

JOSHUA TREE NATIONAL PARK

Si estende nel punto dove il Low Desert si incontra con il Deserto del Mojave). Si tratta di un parco popolato da ammassi di roccia e agavi Yucca. Il paesaggio è quasi surreale soprattutto all’alba, quando offre panorami e viste imperdibili.

DEATH VALLEY NATIONAL PARK

Se siete alla ricerca di scenari spettrali ed eterei, oltre al Joshua Tree, non potete mancare di visitare Death Valley, uno degli spettacoli naturali più strabilianti offerti dalla natura. Enormi distese di laghi prosciugati, montagne multicolore, dune desertiche e colline dalle conformazioni bizzarre regalano uno scenario tanto desolato quanto affascinante. Talvolta avrete l’impressione di essere atterrati sulla luna.

GRAND CANYON

Il Grand Canyon è un’immensa gola creata dal fiume Colorado nell’Arizona settentrionale. È lungo 446 chilometri circa, profondo fino a 1.857 metri e con una larghezza variabile dai 500 metri ai 29km. Per la maggior parte è incluso nel parco nazionale del Grand Canyon, uno dei primi parchi nazionali degli Stati Uniti d’America.

Chi ci è stato mi conferma che è uno spettacolo entusiasmante, e, in particolar modo, merita vederlo dall’alto, con un tour in elicottero!

…il viaggio in California è stato qualcosa di indescrivibile per me, spero di avervi passato almeno la metà delle emozioni che questo paese così libero ed energico ha passato a me…
Vi auguro di visitare almeno una di queste città il prima possibile e, nel caso, spero di esservi stata di aiuto! Un bacio a tutti cari lettori, vi aspetto per il mio prossimo viaggio, spero presto, d’altra parte, non esiste tatuaggio più bello di quello sul passaporto, rimane inciso anche nell’anima… parola di Viaggiatrice!

vostra Camilla…