È difficile scrivere qualcosa sull’amore senza scendere nel banale.

Io l’ho sempre fatto, prima di scriver di viaggi (scriver di questo, intendo, in modo banale o no, non sta a me giudicarlo). È uno dei miei temi preferiti, ho sempre letto d’amore, ho sempre parlato di amore, ho sempre vissuto con amore.

Non mi sono mai sentita compresa, e così non ho mai pubblicato niente. Non è mica facile, nemmeno adesso, ma ho deciso di aprirmi. Perché no?

Oggi è cambiato qualcosa, oggi voglio parlarne. Dico la mia, anche se non saranno tutti d’accordo.

Lungi da me scrivere un trattato filosofico, non ne ho le competenze, e non voglio nemmeno imporre le mie idee, ma se ti va leggimi, oggi voglio lasciar scorrere i miei pensieri su questi tasti, proprio come se fosse il mio Pensatoio.

Questo articolo nasce un po’ di getto. Sono sicura che scriverò ancora di amore, ma oggi va così…

 

AMORE.

 

Una parola così piccola, eppure così grande. Così banale, così inflazionata, e al tempo stesso un concetto così unico e speciale.

Io credo che ci possa essere amore in ogni cosa, e infiniti tipi di amore, credo che l’amore sia ciò che realmente muove il mondo, un po’ come dice mago Merlino a Semola ne “La spada nella roccia”:

 

“[…] Vedi giovanotto, questa faccenda dell’amore è una cosa potentissima…”

“Più forte della gravità?”

“Sì figliolo, in un certo senso… io, sì, direi che è la forza più grande della terra.”

 

Personalmente, l’ho sempre pensata allo stesso modo. Sarò un animo romantico, sarò un’illusa, non lo so, e nemmeno mi interessa, giudica pure tu, a te l’ardua sentenza.

Oggi, comunque, non ti voglio parlare di amore come forza, lo farò in futuro, ne parlerò come forza motrice nel viaggio – perfino nel libro in uscita a marzo, pensa! – ne parlerò come sentimento in senso lato, non solo in una relazione – ma questo è un progetto che rivelerò a tempo debito – ne parlerò in altri articoli, ne parlerò un sacco… Insomma, l’amore per me è dappertutto, e lo ritroveremo ancora!

Ma non oggi, oggi entro nello specifico, oggi voglio parlare dell’amore nelle relazioni. Di cosa sia cambiato, della nostra attualità.

ATTENZIONE, non sto parlando degli orientamenti sessuali, di cui si parla spesso, è diventato un tema sociale, se ne parla ovunque ormai e non credo che mi competa, non ne ho intenzione.

No. Te l’ho detto. Ti parlo di Amore nel modo più romantico in cui tu possa immaginarlo. Ci metto anche la mia esperienza diretta, a nudo, ti parlo dell’amore più classico che esista. Nessuno dice, qui, che debba essere l’unico riconosciuto, non mi interessa il tuo orientamento, mi interessa il sentimento.

Lo sai quante volte da oltre vent’anni a questa parte mi è stato chiesto perché non mi fidanzassi? Sì, fin da bambina, son quelle domande che tutti fanno sempre. Anzi, all’asilo lo avevo anche, il fidanzatino!

A scuola poi un casino, chi non passa i suoi momenti no? Da adolescente ho avuto i miei momenti di “stronzaggine” – passami il termine, è l’unico che posso usare -. Non temere, poi li ho pagati tutti da più grande, in una volta sola, come in una sorta di pena del contrappasso dantesca.

[Se sei uno di quelli che ho fatto soffrire, mi dispiace, ero una ragazzina, sono certa che anche tu abbia fatto lo stesso con qualcun altro, succede a tutti prima o dopo. Se sei la mia pena del contrappasso beh, sai già tutto!]

Non mi voglio nascondere mica, te l’ho detto. Sincerità. Non credo che ci sia niente di strano. Ho fatto soffrire e ho sofferto. Vittima e carnefice. Come quasi tutti almeno una volta nella vita, credo, solo che molti non lo ammettono.

Arrivata a venti e qualcosa anni – ma non è l’età su cui voglio soffermarmi – ho avuto “la botta”. Quella che resta. Quella che “mamma ho trovato il padre dei miei figli, quello con cui voglio passare il resto della mia vita!” ed era perfetto davvero, all’inizio. Immagina la storia da romanzo o da film, quella più dolce, romantica e perfetta che uno scrittore possa inventare, un regista mettere in atto. Beh ovviamente è finita. Perché mica sempre finiscono tutti felici e contenti insieme, a volte va così, e si è felici e contenti separati! (Ah-ah).

Si è rivelato sbagliato, solo così voglio definirlo qui, ora. Non ho rancori, dopo 5 anni, ma credo fermamente sia questa la causa per cui non ci ho mai più riprovato, ad amare, intendo. L’ho detto, non mi nascondo. Lo sai, mi analizzo, mi racconto.

Non ho mai creduto a quelle persone che si lasciano e dopo una settimana amano già un’altra persona. Credo non abbiano amato davvero prima o non amino davvero dopo, chissà. Credo anche ci sia chi non ama in tutta una vita.

[Se sei tra questi, non offenderti, magari è un limite mio, non lo capisco e basta, ma se vuoi puoi provare a spiegarmi cosa si prova, io mi impegnerò ad ascoltare e cercare di immedesimarmi, di capire, lo prometto.]

Io, comunque, credo nel grande amore, che ci vuoi fare?

E poi c’è un altro grosso problema: so stare da sola. Ci sto benissimo.

[Di questo ne parlerò in dettaglio in un altro articolo, è già iniziato, ma oggi questo lo ha superato, così, per caso, parlando con qualcuno di Voi lettori in privato!]

Saper stare da sola è sempre stato fondamentale per me, e credo che lo dovrebbe essere per tutti. Viaggiare ha potenziato tutto ciò, ovviamente.

Quando una Donna viaggia, spesso anche da sola, sa quello che vuole, sempre. Non si sottomette, non si adatta. Certo, credo e crederò sempre che il compromesso sia al centro dei rapporti, ma deve essere compromesso, non accettazione, non secondo me.

Ligabue canta “…chi si accontenta gode, così così!

Io nella mia vita voglio godere a pieno, godere dei piaceri della vita, con un Uomo (nel mio caso, ma fate Vobis) che sappia capirmi e starmi accanto…

“non voglio mica la luuunaaaa!”

{ok, non c’entra, è sempre Lui, il Cervello, scusalo.}

Perciò, per tutti coloro che chiedono, non chiedete più, perché credo che al giorno d’oggi il concetto d’amore si sia un po’ perso, e sia rimasto per pochi fortunati.

Per l’amore che intendo io, per lo meno, quello vero.

Ci crediamo un po’ tutti Will Hunting (Genio Ribelle), mentre sarebbe bene incontrare persone che la pensano come il dottor Sean (Robin Williams) e sarebbe tutto più semplice…

Mi viene in mente il suo monologo nel film.

 

“…Se ti chiedessi sulle donne, probabilmente mi faresti un compendio sulle tue preferenze, potrai perfino aver scopato qualche volta… ma non sai dirmi che cosa si prova a risvegliarsi accanto a una donna e sentirsi veramente felici. Sei uno tosto. […] Se ti chiedessi sull’amore probabilmente mi diresti un sonetto. Ma guardando una donna non sei mai stato del tutto vulnerabile… non ne conosci una che ti risollevi con gli occhi, sentendo che Dio ha mandato un angelo sulla terra solo per te, per salvarti dagli abissi dell’inferno. Non sai cosa si prova ad essere il suo angelo, avere tanto amore per lei, vicino a lei per sempre, in ogni circostanza, incluso il cancro. Non sai cosa si prova a dormire su una sedia d’ospedale per due mesi tenendole la mano, perché i dottori vedano nei tuoi occhi che il termine “orario delle visite” non si applica a te. Non sai cos’è la vera perdita, perché questa si verifica solo quando ami una cosa più di quanto ami te stesso: dubito che tu abbia mai osato amare qualcuno a tal punto. Io ti guardo, e non vedo un uomo intelligente, sicuro di sé, vedo un bulletto che si caga sotto dalla paura. Ma, sei un genio Will, chi lo nega questo.”

 

Niente da dire. Niente da aggiungere a questo, dal mio punto di vista.
Non voglio elevarmi in cattedra, sia chiaro.
Tutto questo non vuol dire che non abbia avuto storielle, come tutti, che non abbia conosciuto uomini, come tutte, avuto le mie frequentazioni, mi metto nel mucchio. Ci mancherebbe.

Ma io sto parlando di amore. Quello che ti sconvolge, quello che ti riempie. Quello che ti completa.
Quello che ti rende vulnerabile, e fortissimo; fa paura, e ti dà la forza di un esercito.

Il divertimento piace a tutti, siamo Umani, ma credo anche che oggi giorno abbiamo un po’ dimenticato, tutti, cosa significhi davvero volersi, impegnarsi, amare.

Non parlo di perfezione, in quella non ci credo.

Credo nelle liti e nel disordine; nelle incomprensioni e nella pace.

Credo nei difetti, e nella completa accettazione di questi. Nella simbiosi.

Credo nell’alchimia tra le anime, certo, ma anche nell’imperfezione della vita.

Sono un po’ all’antica forse, e non me ne vergogno, persa tra la scrittura e sentimenti d’altri tempi. Ma sono così.

CREDO NELL’AMORE!

Cami.