“…sei più un tipo da caldo o da freddo?” Questa la domanda!
Personalmente mi ritengo un’amante della natura e di tutte le stagioni; adoro la vita al mare e tutto ciò che comporta ma non riesco a farmi mancare qualche giorno tra sci e snowboard estremi sulle nostre montagne! Prima d’ora, comunque, non avevo mai realizzato un vero e proprio viaggio al freddo – freddo serio – che comportasse aereo, bagagli a mano e visite glaciali: prediligo luoghi esotici, uno zainetto dotato di shorts, top, costumi e il minimo indispensabile per coprirmi nel caso di culture differenti dalla nostra.
Il circolo polare artico con la sua Aurora, gli Husky e i Rudolf, comunque, ha sempre rappresentato un sogno nel cassetto che quest’anno è diventato realtà; viste le infinite richieste di informazioni dalle storie e dai post sulla pagina Instagram, ho deciso di condividere tutto ciò che ho vissuto, dall’organizzazione alle emozioni, basterà leggere di seguito per organizzare un viaggio esattamente come il mio! Ma attenzione: se il tuo sogno è ammirare le magiche luci del nord non aspettare troppo, ancora qualche anno e la visibilità sarà compromessa fino al 2030 circa! Di che cosa parlo? Te lo spiego meglio più avanti, insieme a tutte le informazioni pratiche per partire: andiamo?
TRE GIORNI OLTRE IL CIRCOLO POLARE ARTICO
Dicevamo: “Un sogno che si avvera?”. Beh, sarà banale ma… sì!
Per un’amante della natura incontaminata la possibilità di vedere animali così lontani dal proprio ordinario e fenomeni atmosferici rari è proprio un desiderio che diventa realtà, vediamo come posso aiutarti a realizzarlo… partiamo dai giorni: sicuramente piacerebbe a tutti avere un mese in cui vagabondare per queste terre desertiche ma non è certo realizzabile per chiunque, perciò, per noi comuni mortali, una settimana basta e avanza e, se posso dirti, anche un week end lungo! Tre giorni sono sicuramente pochi, ma possono essere abbastanza. Come? Beh, iniziamo partendo da Bergamo con un volo Ryanair low-cost per Stoccolma e soggiorniamo una notte lì, al Connect Hotel, poi… iniziamo l’avventura!
Dopo una sveglia pre-alba, un autobus dall’aeroporto di Skavsta alla stazione più vicina, un treno, un pullman di collegamento all’aeroporto di Arlanda, finalmente la Norwegian ci catapulta oltre il circolo polare artico, nell’ultimo aeroporto a nord della Svezia: Kiruna. Chi avrebbe mai detto che quella non era una nuvola ma la neve a terra? Non io. Di aeroporti piccolini ne ho visti – non ultimo quello della mia città – ma come questo mai prima: voltatami a osservare l’aereo da cui ero appena scesa ho scoperto che era l’unico in mezzo alla distesa bianca e agli arbusti, un po’ come in quel film con Lara Croft di cui non ricordo il titolo…
Bianco, bianco e ancora bianco….e “tundra e taiga“, ricordi? No, non sto per interrogarti sulle tue reminiscenze di geografia, ma sappi che esistono davvero – non sono leggenda, come la barbabietola da zucca! – e a studiarle così ce ne saremmo innamorati sicuramente tutti.
Ma tornando a Kiruna… Una mercedes ultimo modello – non chiedermi quale, che di macchine io mi intendo tanto quanto basta per dire che hanno un motore e quattro ruote – ci attendeva. Ok, urge parentesi: è vero che non me ne intendo, ma si trattava di quei veicoli della serie: “Oh mamma e adesso come faccio ad accenderla?” con 8 anni di patente e un’ottima guida. Non scherzo. Ecco, questo andava detto. Tutto ciò per dirti che se stai cercando un mezzo di trasporto Sixt potrebbe fare al caso tuo. Grazie Sixt per la fiducia – tra l’altro!
Perché abbiamo scelto di noleggiare una macchina? Beh, intanto perché da Kiruna ad Abisko c’è circa un’ora e i costi tra pullman e treno vanno ad equipararsi, e poi perché a -20 di massima avere autonomia negli spostamenti può fare la differenza, garantito!
Salite in macchina abbiamo scoperto che di strade qui non ce ne sono molte, ma prima di dirigerci in ostello abbiamo deciso di visitare il primo Ice Hotel al mondo, nonché il più famoso! Con una trentina d’euro – 25 gli studenti – si può visitare la struttura completamente scolpita nel ghiaccio: ogni stanza è a tema, creata da grandi artisti e volte a immergere l’ospite in un’atmosfera a dir poco fiabesca… non saprei proprio scegliere la mia preferita, tra la stanza dei libri, quella dei ballerini, la sottomarina o l’esatta riproduzione di un furgoncino della Volkswagen. Chi non ci passerebbe una notte?
So bene quello che stai pensando prima di rispondere: “Ma è proprio tutto di ghiaccio?” Sì, tutto! “E non fa freddo?” Sì, diciamo che il caldo è un’altra cosa ma… non credi che ne valga la pena? Se ancora non ti ho convinto almeno concediti una tappa all’Ice Bar e – se in orario – perché non gustare un drink in un bicchiere di ghiaccio? Più ecologico di così!
Ma Abisko ci attende e mentre le nuvole si diradano rivelando uno splendido cielo stellato – sì, alle 3 del pomeriggio è già buio – ci dirigiamo alla nostra Abisko Guesthouse per riscaldarci prima di una passeggiata tra le fiabesche casette nordiche, così caratteristiche tutte rosse, con i loro tetti spioventi e le lucine accese ad ogni finestra.
LE FAMOSE LUCI DEL NORD: L’AURORA BOREALE
Questo è uno di quei casi in cui un blogger appare come il tuo miglior amico, sto per rivelarti un bel suggerimento!
Navigando per il web avrai scoperto che è possibile prenotare una gita organizzata al National Park per l’aurora boreale con un semplice click; la Abisko Tourist Station è una garanzia, ma, purtroppo, la spesa non è rimborsabile in caso di mal tempo, e a due giorni dalla data le iscrizioni si chiudono. Cosa fare allora? Prima di tutto, mai disperare: esiste sempre una soluzione! Recandoti fisicamente alla struttura, infatti, scoprirai che c’è ancora qualche posto. Dal nostro ostello si è trattato di una piacevole passeggiata di mezz’ora nella natura incontaminata, sotto uno di quei cieli che solo in rare occasioni potrai sperimentare, ma se le temperature sono proibitive e hai noleggiato una macchina, in 10 minuti sarai a destinazione!
Da pacchetto – 80 euro – avrai una tutona termica in cui avvolgerti prima di salire sulla seggiovia che ti porterà lontano da ogni luce artificiale, in cima alla montagna: la vista da qui è a dir poco suggestiva, la cittadina sottostante appare in tutto il suo splendore, piccola, delicata, come un presepe… se sei fortunato non avrai tempo di guardarti troppo intorno, il tuo sguardo sarà rapito magneticamente dal cielo, buona fortuna!
L’Aurora Boreale è un fenomeno causato dall’interazione tra le particelle solari e l’atmosfera terrestre, ora si sa, ma di storie ne cela infinite… c’è chi nelle luci del nord vedeva l’arrivo di spiriti guida, e poi c’è chi, come i Sami, riteneva che fosse meglio non indicarle, in quanto rappresentavano un portale con l’aldilà e avrebbero concesso agli spiriti di portarti via con loro. Da questo punto di vista la scienza ha portato a un grande passo in avanti, senza però togliere la magia, garantisco. Hai presente cosa significhi ritrovarsi circondati dal buio più totale e veder nascere una scia luminosa in cielo, dal nulla, che rapidamente si modifica, creando disegni sempre nuovi, magici, quasi mistici? Se si tende bene l’orecchio si udirà anche un sibilo ad accompagnare il tutto, il suono dell’aurora…
Come avrai notato tra i social dilagano infiniti scatti, dai più delineati ai più semplici, e i più comuni ritraggono una scia verde nel cielo.
Ma il colore più famoso non è certo l’unico: le scie passano dal viola al rosso al blu, stupendo gli occhi di noi semplici umani sempre di più, credo sia una di quelle esperienze da scrivere a lettere cubitali sulla lista dei desideri, senza ombra di dubbio…
Il tempo vola, con il naso all’insù, non ci si accorge nemmeno dei 20 gradi sotto zero, tanto è lo stupore. Ma come ti dicevo, se il tuo sogno è l’aurora non aspettare troppo! Ogni 10 anni il fenomeno rimane oscurato, raro da vedere, insomma, organizzati per l’anno prossimo, o dovrai aspettare il 2030.
Dopo una spiegazione della guida si torna a valle, il cuore batte forte, lo stupore silenzia ogni discorso, le macchine fotografiche cariche di scatti memorabili. Un piccolo suggerimento: ricorda di portare una batteria di riserva, il freddo è un nemico da non sottovalutare, o ti ritroverai a dover scattare col cellulare come me!
Si va a dormire presto, l’indomani sarà una giornata piena!
I CANI DA SLITTA
Mi sono interrogata a lungo su questo punto: ogni volta che in viaggio incontro degli animali l’argomento si fa spinoso.
Per quanto riguarda i cani da slitta, comunque, mi sono interrogata anche con chi mi segue su Instagram, estendendo il pensiero a tutti, e devo dire che ci siamo ritrovati sulla stessa linea. Gli Husky, da sempre stati utilizzati come “trasporto” in quei luoghi remoti della terra dove non c’erano altre alternative, portano nel loro corredo genetico la predisposizione al traino; come sottolineavo nel post, né io né nessun altro potrà mai sapere quanto siano felici di portare dietro sé slitte con pigri turisti a carico, ma posso dire che non sembravano affatto tristi o sfruttati o maltrattati!
Se il tuo sogno è un’esperienza di questo tipo, comunque, sappi che il prezzo si aggira intorno ai 160 euro a seconda del tour operator (può variare di qualche euro, ma non troppo) e che generalmente, in pieno inverno, si fanno due uscite al giorno. In molti prenotano Online, ma posso assicurarti che si trova posto anche in loco; nello specifico io mi sono affidata ad Abiskonet e mi sono trovata davvero bene! Essendo un piccolo gruppo di tre ragazze abbiamo avuto la fortuna di aiutare anche nella preparazione della slitta, forse la parte più emozionante in assoluto! I cani sembrano tanti bambini in attesa di essere scelti per formare la squadra: “Scegli me, scegli me!” Sembra che urlino.
L’organizzazione in ogni caso è capillare e segue uno schema ben definito. Le femmine aprono la pista, seguite dai cani in addestramento e, da ultimo, più vicini alla slitta e quindi al peso, i maschi più forti. Alla partenza quasi non ci credi, ti sembra di ribaltarti da un momento all’altro! L’emozione è unica e indescrivibile: sembra di essere catapultati in un tempo lontano, ai confini del tempo e dello spazio. Per chi come me vive del contatto con la natura come sua linfa vitale è sicuramente un’attività da svolgere. Ricorda di guardarti intorno, non capita spesso, ma ho avuto la fortuna di avvistare due alci selvatiche mentre pascolavano tra gli arbusti… niente di più magico! Alla fine del tour, poi, la nostra guida ha concesso un po’ di divertimento ai nostri amici: hanno potuto aprire una pista a loro piacimento sopra un lago ghiacciato, noi incredule nelle loro zampe.
Si tratta di un’esperienza unica nel suo genere, in cui tre strati, un tutone termico, un poncho e la pelle di renna non basteranno a tenerti al caldo, ma ne sarà valsa la pena!
Tra le altre attività che potrai scegliere, se ne avrai il tempo, c’è la possibilità di guidare autonomamente una muta di cani, pescare sul lago ghiacciato o fare una splendida escursione in motoslitta… per quanto nell’estremo nord ci sia “poca vita” le attività non mancano affatto… buon divertimento!
NARVIK
Se hai scelto di gustarti qualche giorno a contatto della natura artica nell’ultimo centro abitato della Svezia, come me, ti renderai conto presto di essere sul confine, quasi al centro tra Finlandia e Norvegia, più vicino a quest’ultima. In particolare Narvik, un suggestivo fiordo norvegese, si trova a sola mezz’ora d’auto. Il mio consiglio è ovviamente quello di approfittarne. Ti chiedo di farmi sapere com’è andata se riuscirai a raggiungerla perché io, purtroppo, sono stata sorpresa da una bufera di neve che ha reso impossibile continuare.
VILLAGGI SAMI… LE RENNE!
La cultura Sami rappresenta la storia degli abitanti del circolo polare artico; si trattava di popolazioni nomadi, che vivevano principalmente dell’allevamento di renne, delle loro pelli e della loro carne e delle loro ossa. Le abitazioni erano tende portatili che spostavano di volta in volta muovendosi sulle slitte. Credevano negli spiriti e la loro religione, lo sciamanesimo, ci riporta direttamente all’aurora boreale, come abbiamo visto poco fa.
Purtroppo la visite ai villaggi Sami di oggi sono delle vere e proprie ricostruzioni create appositamente per i turisti, per far rivivere la storia di questi popoli e ricreare un’atmosfera unica. I prezzi si aggirano tra i 250 e i 300 euro e comprendono, generalmente, una visita al villaggio, i racconti sulle tribù, un giro con le renne e l’assaggio di cibo tipico… personalmente non ho partecipato a quest’evento, ma mi sono ugualmente recata ad un villaggio nei dintorni di Kiruna per un incontro con le amate aiutanti di Babbo Natale: non mi sarei mai persa Rudolf! Ho tristemente scoperto che le renne selvatiche sono estinte, restano ormai solo renne domestiche, che potrai incontrare appunto nei pressi dei villaggi.
Dar da mangiare a questi amichevoli animali è stato uno dei miei momenti preferiti in Lapponia! Se hai seguito le mie storie sulla pagina Instagram, tra l’altro, sai che la renna è stata molto più astuta di me… le comiche! Non le hai viste? Ti dico solo che è riuscita a rubarmi il sacchetto con il cibo!
Purtroppo i nostri tre giorni oltre il circolo polare artico volgono al termine, è l’ora di tornare all’aeroporto, pronte per una bella visita a Stoccolma! Vuoi venire insieme a me?
Te ne parlo nel prossimo articolo, per adesso ti abbraccio,
Cami…
N.B.: Se stai considerando di partire per il circolo polare artico non sottovalutare l’attrezzatura, con le temperature non si scherza! Nella tua valigia non possono mancare due termiche, le calzamaglia, micropile e pile tecnici. Personalmente mi affido a Mico per l’intimo, mentre per la giacca mi sono affidata a Roxy, ma va bene una qualunque giacca da sci! Non dimenticare le calze e soprattutto le scarpe. Non posso che ringraziare Sorel per aver salvaguardato i miei piedi dal congelamento. Se hai bisogno di ulteriori consigli, non esitare a contattarmi.
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